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Acufene: cause, sintomi e rimedi

Acufene: cause, sintomi e rimedi

Acufene: cause, sintomi e rimedi

Acufene, cause, sintomi e rimedi per il “tinnito”, fischio fastidioso che può interessare un solo orecchio o entrambi. Come prevenire il disturbo e rimedi fitoterapici

Avverti un fischio alle orecchie? Potrebbe essere un acufene. Conosciamolo meglio

Acufene, cause, sintomi e rimedi per il “tinnito”, fichio fastidioso a carico dell’orecchio che si manifesta con una percezione sonora simile a un fischio o a un ronzio, nonostante un’assenza di rumori provenienti dall’esterno.

Le principali cause all’origine di questo disturbo possono essere legate a patologie a carico dell’orecchio, oppure possono dipendere da fattori esterni all’orecchio. Tra le cause possiamo menzionare, patologie dell’orecchio, cerume, otiti, presenza di corpi estranei, ipoacusia.

Anche l’esposizione prolungata ad elevati volumi, stress, assunzione di alcuni farmaci ototossici, problemi cardiovascolari, deficit neurologici e problemi dell’articolazione temporomandibolare possono essere alla base del disturbo. Queste sono solo alcune delle cause alla base di un diturbo multifattoriale.

L’acufene è spesso un fenomeno soggettivo, percepito in maniera differente da paziente a paziente. Interferisce con le attività quotidiane e altera la qualità del sonno. Occorre sicuramente una buona anamnesi e una visita specialistica otorinolaringoiatrica per capire le possibili cause ed escludere in primis problemi a carico dell’orecchio. Solo in seguito si potrà verificare la presenza di altre patologie.

Trattamenti e rimedi fitoterapici

L’acufene in linea di massima viene trattato mediante la risoluzione della patologia medica che ne è all’origine. Spesso la causa alla base dell’acufene rimane sconosciuta. In questi casi il trattamento si basa sulla tecnica (habituation) che mira a spegnere l’informazione sonora a livello cerebrale. Questo è possibile attraverso l’utilizzo di apparecchi produttori di “rumori bianchi” capaci di mascherare il messaggio sonoro al cervello.

Esistono in commercio rimedi fitoterapici utilizzati per ridurre il fastidio. Parliamo del Ginkgo Biloba una pianta di origine asiatica. E’ ritenuta un “fossile vivente” in quanto l’unica pianta esistente della sua specie. I principi attivi ad azione terapeutica sono contenuti nelle foglie.

Le principali proprietà del Ginkgo Biloba sono legate all’azione:

  • Venotonica (riduzione della permeabilità dei vasi sanguigni);
  • Antiedemigena;
  • Antiaggregante piastrinica (migliora la circolazione e aumenta la fluidità del sangue) e di attivazione della circolazione cerebrale e periferica;
  • Antiossidante;
  • Antiallergica (azione preventiva nei soggetti asmatici);
  • Antiossidante.

Ginkgo Biloba nella terapia degli acufeni e non solo

Il Ginkgo Biloba grazie a queste importanti proprietà, viene utilizzato come terapia degli acufeni, nelle sindromi vertiginose e nei disturbi delle funzioni cerebrali. Queste applicazioni terapeutiche sono legate all’attivazione della circolazione a livello centrale. In aggiunta migliora le funzioni cognitive come memoria e pensiero in soggetti sani, nei pazienti affetti da patologie di natura ischemica (dovute a ridotta irrorazione sanguigna) e nei pazienti affetti da demenza senile e dal Morbo di Alzheimer.

Il Ginkgo è utile per chi ha difficoltà mnemoniche e di concentrazione grazie alla sua azione a livello del sistema circolatorio, in particolar modo a livello dei vasi cerebrali. Inoltre questa pianta viene utilizzata anche nella riduzione degli edemi di mani e piedi (geloni) dovuti al freddo, nelle maculopatie, retinopatia diabetica e nel glaucoma agendo direttamente sulla circolazione oculare e rallentando il processo di alterazione delle funzioni visive.

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Modalità di somministrazione e controindicazioni

In commercio troviamo varie formulazioni per via orale utilizzate nei disturbi cognitivi e circolatori, ma anche creme utilizzate per riattivare la circolazione a livello degli arti, delle mani e dei piedi (geloni, gambe pesanti e varici).

Attenzione all’utilizzo del Ginkgo Biloba in pazienti in terapia con antiaggreganti piastrinici in quanto l’associazione può potenziare l’azione del farmaco utilizzato (es. Cardioaspirina).

La dose giornaliera consigliata varia da 120 mg a 240 mg al giorno, da assumere a stomaco vuoto per un periodo di almeno 8 settimane.

A cura del Dr. Antonio Proggi

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