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Canapa: proprietà terapeutiche e possibili utilizzi

Canapa: proprietà terapeutiche e possibili utilizzi

Canapa: proprietà terapeutiche e possibili utilizzi

Canapa, proprietà terapeutiche e possibili utilizzi di una pianta molte volte demonizzata. Azione antiemetica, analgesica, di stimolo dell’appetito e molte altre funzioni in fase di studio

Canapa proprietà terapeutiche e possibili utilizzi di una pianta erbacea originaria dell’Asia centrale. La canapa può essere utilizzata per la produzione di tessuti, carta, bio-carburanti e combustibili per il riscaldamento domestico.

Anche in campo alimentare la canapa sta avendo un notevole successo. Dai semi infatti è possibile ottenere delle farine usate per fare dolci, pane, pizza e olio ottenuto per spremitura a freddo. Inoltre i semi decorticati rappresentano una fonte proteica completa di tutti gli aminoacidi essenziali. L’olio di canapa estratto dai semi, quindi privo di principi attivi ad azione stupefacente, è ricco di acidi grassi polinsaturi, ferro, potassio, calcio, magnesio, fosforo, vit. A, E, C, B e fitosteroli. Anche in cosmesi si sfruttano le proprietà antiossidanti della canapa.

La cannabis a piccole dosi induce uno stato di euforia che varia in base all’individuo. Spesso all’effetto euforizzante segue un’azione sedativa data dai cannabinoidi.

Cannabis, possibili utilizzi e proprietà terapeutiche

  • Azione antiemetica: il Delta-9 THC e i suoi derivati sintetici nabilone e levonantradolo, prevengono la nausea e il vomito causato da chemioterapici antiblastici;
  • Glaucoma: la pressione intraoculare si riduce di circa il 40% dopo aver fumato Marijuana. Tale azione è probabilmente legata all’azione della cannabis sulla formazione e sulla fuoriuscita dell’umor acqueo. Numerosi studi sono stati eseguiti utilizzando colliri con dosaggi di THC compreso tra 0,05%-0,1%. E’ stata riscontrata una notevole riduzione della pressione intraoculare, accompagnata però da irritazione locale e danno corneale che hanno rallentato gli studi e il possibile utilizzo clinico;
  • Funzione analgesica: le aree del sistema nervoso centrale coinvolte nel controllo del dolore sono ricche di recettori per i cannabinoidi. Infatti é stato dimostrato che l’impiego di cannabinoidi diminuisce la necessità di utilizzare la morfina e altri analgesici oppioidi. E’ Importante sottolineare che i recettori dei cannabinoidi, a differenza di quelli della morfina, non sono presenti in zone del cervello che controllano il respiro, riducendo notevolmente la depressione respiratoria, uno dei più gravi effetti collaterali degli analgesici oppioidi. I cannabinoidi si sono dimostrati anche maggiormente efficaci nel trattamento del dolore neuropatico;
  • Azione di stimolo dell’appetito: la cannabis stimola l’appetito ed è in fase di studio la possibilità di un impiego nel trattamento dell’anoressia e anche dell’utilizzo di antagonisti dei cannabinoidi nel trattamento della bulimia.

Da non dimenticare il possibile utilizzo, ancora in fase di studio, nella cura della sclerosi multipla, della sindrome di Gilles De La Tourette, asma, ipertensione, morbo di Parkinson e di alcune patologie tumorali.

Modalità di somministrazione della cannabis

Da diversi anni sono disponibili farmaci a base di infiorescenze di cannabis che non devono essere utilizzate in sigarette. Questo per evitare che con la combustione si abbia la perdita di una certa quantità di principi attivi, problematiche a carico del sistema respiratorio e la possibile assunzione di sostanze cancerogene.

E’ preferibile la somministrazione per via inalatoria, via di somministrazione che rispetto alla via orale garantisce un assorbimento rapido di principio attivo anche se meno prolungato nel tempo. Questo avviene mediante l’utilizzo di vaporizzatori, apparecchi che portano la cannabis a temperature di circa 200 °C. Questa è la temperatura ideale per l’estrazione dei cannabinoidi, evitando processi di combustione che portano alla produzione di sostanze tossiche e cancerogene come benzene, naftalene e toluene.

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La cannabis terapeutica può essere somministrata anche mediante tisana. Assumere la tisana 1-2 volte al giorno secondo il parere medico. La tisana può essere preparata facendo bollire 100 mg. di sostanza in 100 ml di acqua per 15 minuti. Filtrare e dolcificare la tisana secondo il gusto personale. La soluzione ottenuta può essere conservata in frigo per non più di cinque giorni.

A cura del Dr. Antonio Proggi

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